lunedì 12 giugno 2017

Scienziata americana spiega come il vaccino contro il morbillo ha fallito. Anche avendo una copertura del 100% ci sarebbero comunque epidemie sempre peggiori. Guardate e rendetevi conto di cosa stanno combinando!



.
.
SEGUITECI SULLA PAGINA FACEBOOK Curiosity
.
.


Scienziata americana spiega come il vaccino contro il morbillo ha fallito. Anche avendo una copertura del 100% ci sarebbero comunque epidemie sempre peggiori. Guardate e rendetevi conto di cosa stanno combinando!



sabato 10 giugno 2017

Mangi prosciutto? Magari quello di Parma, un'eccellenza Italiana? Guarda questo video, poi - se ne hai le palle - continua a mangiarlo tranquillamente...!





.
.
SEGUITECI SULLA PAGINA FACEBOOK Curiosity
.
.


Mangi prosciutto? Magari quello di Parma, un'eccellenza Italiana? Guarda questo video, poi - se ne hai le palle - continua a mangiarlo tranquillamente...!








Censurato il video sul "prosciutto crudele"

La denuncia arriva dall'organizzazione Essere Animali: «La polizia postale rimuoverà in via preventiva il video denuncia sugli allevamenti lager di maiali destinati al prosciutto di Parma».
«Quando abbiamo reso pubblica l'indagine Prosciutto Crudele  sapevamo che avrebbe creato scalpore: le immagini erano davvero forti, di una crudeltà quasi inguardabile, e poi era in qualche modo legata al nome di uno dei più famosi marchi italiani nel mondo - dicono da Essere Animali - E così è andata. L'indagine è stata diffusa ben 5 volte dal Tg Regionale Emilia Romagna, ripresa da tutti i cartacei della regione e da tutti i media online nazionali. Se ne è parlato persino in Inghilterra, Cina e Hong Kong. Il video su Youtube  ha raggiunto rapidamente mezzo milione di visualizzazzioni e quello caricato su facebook è stato visto da più di un milione di persone. Ma verranno entrambi cancellati dalla Polizia Postale: "in via preventiva"!».
«Ovviamente come sapevamo di creare notizia ci aspettavamo anche una risposta da chi si è trovato in qualche modo accusato per i mancati controlli in quell'allevamento: il Consorzio del Prosciutto di Parma. Risposta che non ha tardato ad arrivare e che ora grazie a un giudice porterà tra domani e dopodomani al "sequestro preventivo" di questa importantissima investigazione».
Nei prossimi giorni, fanno sapere da Essere Animali, le autorità provvederanno a:
«Il nostro Team Investigativo - prosegue l'associazione - ha lavorato incessantemente per 6 mesi per documentare una shoccante realtà confermata dal Corpo Forestale dello Stato, intervenuto il giorno seguente alla nostra denuncia».
«In un capannone venivano detenuti circa 550 suini di varie taglie con mantello molto sporco di feci, ferite esposte alle orecchie e altre ferite dovute all’attacco da parte di altri suini ed erano presenti alcuni animali palesemente malati e sofferenti.»CFS 
«Difenderemo in tribunale il nostro diritto di libera informazione e con il nostro attivismo continuremo a difendere gli animali. Questa minaccia non ci fermerà! Ma abbiamo bisogno che chi ci segue ci dimostrino il loro appoggio e lo dimostrino soprattutto agli animali Fino al momento in cui proveremo la nostra ragione, l'indagine Prosciutto Crudele non sarà più visibile da nessuno: cancellata e nascosta. A meno che… non ci pensi la gente a diffonderla!».
«Il video non è prova di nessun reato, il sequestro che stanno imponendo è solo "preventivo": un modo per eliminare documenti scomodi molto prima di vagliarli in un processo. Per cui diffondendolo non si è a rischio. Cosa fare? Ecco qui:
Per chi è pratico di computer:
 
  • Scaricate il video da YouTube (istruzioni qui  )
  • Ricaricatelo sul vostro account Youtube o su un nuovo account creato appositamente
  • Condividetelo o caricatelo anche su Facebook e altri social network.
Per chi è meno pratico:
 


tratto da: http://www.terranuova.it/News/Alimentazione-naturale/Censurato-il-video-sul-prosciutto-crudele

venerdì 9 giugno 2017

Indossi accessori di pelle? Magaro di produzione cinese? Guarda questo video, se hai le palle!



.
.
SEGUITECI SULLA PAGINA FACEBOOK Curiosity
.
.

Indossi accessori di pelle? Magaro di produzione cinese? Guarda questo video, se hai le palle!


Industria pellame: PETA diffonde video choc su trattamento dei cani

Cosa si nasconde dietro l’industria del pellame cinese? Un video sconvolgente della PETA ci mostra la verità…

Il video mostra immagini sull’insensata crudeltà che si nasconde dietro l’industria del pellame cinese. Ma non crediate di essere esenti da tutto questo. Secondo gli esperti, infatti, la pelle proveniente da cani – e a volte gatti – è praticamente indistinguibile dalle altre (assumendo che sia ‘etico’ strappare la pelle dagli altri animali per vestire noi stessi: secondo noi non lo è). ‘Imprenditori’ senza scrupoli potrebbero quindi pensare di sfruttarla comunque nei propri prodotti da destinare ai mercati occidentali. Negli Stati Uniti, in primis. Ma non solo.
Il filmato è stato girato da PETA Uk, associazione no profit che si occupa dei diritti degli animali. La visione è fortemente sconsigliata a un pubblico facilmente impressionabile.

Pellame cinese: l’inchiesta choc

Il video che state per guardare sull’industria cinese del pellame canino è una delle cose peggiori che abbia mai visto“.
La voce narrante presente nel filmato è quella dell’attore Joaquin Phoenix. Vi invitiamo ancora una volta a non guardarlo se siete facilmente impressionabili:


È un filmato molto duro e cruento. Ma raramente la verità è “dolce”. Si tratta di un’indagine che la PETA ha realizzato alla fine del 2014 sull’industria del pellame cinese, mentre il video è datato febbraio 2015. Purtroppo, però, la realtà è ancora questa, come vedremo più avanti.
Per ora, restiamo sul video. Facciamo un piccolo riassunto, per chi non è riuscito a guardarlo.
Come racconta Phoenix, gli animali mostrati vengono presi dalle strade. Sono randagi di cui nessuno si cura. Vengono ingabbiati a centinaia, in vere e proprie celle, piccole e anguste. Una volta che comincia il ‘processo’ che trasformerà queste povere bestioline in guanti, cinture e scarpe di pelle, comincia anche l’orrore.
Trascinati fuori dalle celle, i cani terrorizzati vengono presi a calci e picchiati sulla testa con dei bastoni. Gli viene poi tagliata la gola e sono completamente scuoiati. I loro simili, ancora in cella, sono costretti ad assistere all’orrore.
“Quando arriverà il loro turno, la morte non arriverà velocemente“, spiega l’attore. Che prosegue: “I prodotti realizzati con la pelle dei cani sono esportati in tutto il mondo, per essere poi venduti agli ignari consumatori. Se comprate dei guanti di pelle, quindi, o cinture, o scarpe, ricordatevi: non c’è alcun modo di sapere di chi è effettivamente la pelle che potete trovare dentro“.
Potrebbe interessarti anche: Peta invita a boicottare gli indumenti di “angora”: in Cina i conigli sono scuoiati vivi

Industria del pellame in Cina: l’appello

Se come me amate i cani, non comprate mai oggetti in pelle, per favore. Non importa se è ricavata da un cane, da una mucca o qualunque altro animale: non fatelo“.
PETA ricorda che la maggior parte della pelle utilizzata e venduta nel mondo proviene dalla Cina. Sottolinea inoltre che non ci sono attualmente pene per chi usa violenza contro gli animali per ricavarne la pelle. Da quando è stata diffusa l’inchiesta, l’organizzazione ha lanciato una petizione online (che è possibile firmare qui), in cui i sottoscrittori si impegnano a non indossare mai accessori o capi d’abbigliamento in pelle.

Il pellame cinese negli USA

Come abbiamo accennato, la realtà rivelata da PETA è ancora attuale. Pochi mesi fa, negli Stati Uniti, alcuni parlamentari hanno avviato un dibattito sull’argomento, con una lettera al commissario per la Customs and Border Protection (CBP), praticamente la dogana.




Già nel 2000, nel Paese sono state vietate le importazioni di pelle proveniente da cani e gatti. Ma a quanto pare non basta. È infatti impossibile stabilire con certezza da quali animali sia ricavato il materiale.

giovedì 8 giugno 2017

"Mi rivolgo a tutti voi che guardate" - Il messaggio da brividi del bimbo Siriano al mondo.




.
.
SEGUITECI SULLA PAGINA FACEBOOK Curiosity
.
.

"Mi rivolgo a tutti voi che guardate" - Il messaggio da brividi del bimbo Siriano al mondo.







venerdì 26 maggio 2017

I neonicotinoidi, gli insetticidi killer delle api...!



.
.
SEGUITECI SULLA PAGINA FACEBOOK Curiosity
.
.


I neonicotinoidi, gli insetticidi killer delle api...!

Da qualche anno le api stanno morendo a migliaia, a milioni. Interi alveari continuano a sparire, all’improvviso. È quello che viene chiamato Colony collapse desorder o Ccd. Si calcola che negli ultimi anni solo negli Usa siano sparite il 70% delle api. In Europa siamo al 50%, come in Italia. Nel Regno Unito stanno letteralmente lottando per la sopravvivenza.
Le cause sono diverse, ma in ogni caso uno dei maggiori imputati è senz’altro l’uso di alcuni insetticidi, in particolare quelli appartenenti a una classe specifica: i neonicotinoidi. Gli studi dimostrano che i neonicotinoidi aggrediscono il sistema nervoso delle api, interferendo con le sue capacità di volo e di orientamento senza ucciderlo subito. È come se le api venissero avvelenate poco alla volta.
I neonicotinoidi sono insetticidi molto potenti derivanti dalla nicotina, introdotti per la prima volta a metà degli anni Novanta e da allora il loro utilizzo è aumentato rapidamente tanto che sono diventati la categoria di insetticidi più di usa al mondo. Vengono chiamati sistemici in quanto penetrano nei tessuti della pianta e, in un certo senso, la impregnano, la trasformano, l’avvelenano.
Studi scientifici pubblicati a partire dal 2013, e recentemente consegnati da Greenpeace alla Commissione europea per chiedere il bando totale dei neonicotinoidi, dimostrano anche che i neonicotinoidi sono sempre più presenti nel nostro ambiente e inquinano l’acqua, il suolo e la vegetazione spontanea. Le evidenze indicano che i neonicotinoidi comportano rischi significativi per molte specie di fauna selvatica (come api, farfalle, coleotteri e insetti acquatici) con possibili ripercussioni sulla catena alimentare.
Se le api mellifere scomparissero, con loro se ne andrebbero migliaia di specie vegetali. Le api sono responsabili di almeno il 50% della catena dell’impollinazione, sono fondamentali nella catena alimentare. Senza il loro apporto le piante si riprodurrebbero in modo drasticamente più lento: potrebbe entrare in crisi la produzione di foraggio per animali, ma anche quella di graminacee e frutti. Il 35% dei prodotti agrari nel mondo scomparirebbe senza di loro. Semplificando, sul lungo periodo senza api non ci sarebbero né cibo né vita.
In Italia ci sono 30 varietà diverse di miele monoflora e 7 “millefiori”. Inoltre, il nostro Paese è considerato tra i più importanti allevatori di api regine.
La vita delle api riguarda tutti noi. Un’agricoltura compatibile con l’ambiente, e i divieto di utilizzo di pesticidi neonicotinoidi, è la direzione da seguire per salvare le api prima che sia troppo tardi.




fonte: http://www.mondoallarovescia.com/i-neonicotinoidi-il-killer-delle-api/#more-16542

mercoledì 24 maggio 2017

Glifosato, NESSUNO È AL SICURO - Il test de "Il Salvagente" confermano il rischio: "14 donne incinte su 14 positive all’erbicida potenzialmente cancerogeno"...!!



.
.
SEGUITECI SULLA PAGINA FACEBOOK Curiosity
.
.


Glifosato, NESSUNO È AL SICURO - Il test de "Il Salvagente" confermano il rischio: "14 donne incinte su 14 positive all’erbicida potenzialmente cancerogeno"...!!



Non serve vivere vicino ai campi, il rischio di essere contaminati dal glifosato è reale anche abitando al centro di una grande città come Roma. Le analisi condotte dal Salvagente, in collaborazione con l’associazione A Sud, parlano chiaro: 14 donne su 14 esaminate sono risultate positive alla ricerca di glifosato nelle loro urine.


Se non si cambia rotta nessuno può sentirsi al sicuro. Né può pensare che lo siano i propri figli, neppure se non hanno ancora visto la luce” spiega Riccardo Quintili, direttore del mensile il Salvagente, che ha presentato in conferenza stampa il numero della rivista dedicato proprio al pesticida, aggiungendo che “tra le tante cose da cambiare c’è anche l’atteggiamento di chi dovrebbe istituzionalmente difendere i consumatori e invece spesso si macchia di conflitti di interessi che ne ottenebrano il giudizio.” Il riferimento è ai troppi scandali che hanno accompagnato gli studi sulla sicurezza del glifosato, in particolare quelli che nel corso degli ultimi anni lo hanno assolto sconfessando la “probabile cancerogenicità” dichiarata dalla Iarc.


I quantitativi di glifosato riscontrati dalle analisi vanno da 0,43 nanogrammi per millilitro di urina fino a 3,48 nanogrammi. Pochi? Molti? Impossibile dare un giudizio, dal momento che non esistono quantità massime consentite. Quel che è certo è che il glifosato non dovrebbe mai essere presente nel nostro organismo, tanto meno in quello dei nascituri.


Ci sono numerosi dati sperimentali condotti su cellule placentari ed embrionali umane che dimostrano come il glifosato induca necrosi e favorisca la morte cellulare programmata – ha spiegato Patrizia Gentilini, oncologa e membro del comitato scientifico di Isde – Quindi si tratta di una sostanza genotossica oltre che cancerogena, come ha stabilito la Iarc, non dimenticando che l’erbicida agisce anche come interferente endocrino”.


Indiziato numero uno, secondo le analisi presentate dal mensile dei consumatori e da A Sud è l’alimentazione: la strada che porta il glifosato all’interno del nostro organismo passa inevitabilmente per quello che portiamo in tavola. Non solo panepastafarina e altri prodotti a base di farina come hanno dimostrato le nostre analisi condotte un anno fa dal Salvagente. Oltre l’85% dei mangimi utilizzati in allevamenti, infatti, sono costituiti da mais, soia, colza Ogm, resi resistenti al glifosato.


Contestualmente ai risultati delle analisi è stato presentato il Dossier, realizzato dalle Associazioni A Sud, Navdanya International e CDCA, dal titolo: “Il Veleno è servito – glifosato e altri veleni dai campi alla tavola”, che racconta storia, evoluzioni e rischi dell’utilizzo dei pesticidi in agricoltura, soffermandosi sugli studi scientifici pubblicati, sui profili normativi, sul conflitto di interessi che coinvolge le lobbies agrochimiche impegnate ad ottenere normative più permissive e sulle azioni dal basso promosse in diversi paesi da cittadini, agricoltori e movimenti sociali in prima linea per difendere la propria salute e la sovranità alimentare. Il dossier è gratuitamente scaricabile in e-book dai siti www.asud.net e www.navdanyainternational.it/.


Secondo Ruchi Shroff, dell’associazione Navdanya International, braccio italiano dell’omonima associazione indiana presieduta dalla scienziata e attivista Vandana Shiva: “in tutto il mondo la società civile si sta mobilitando contro l’uso degli agrotossici promosso dal Cartello dei Veleni delle multinazionali che si arricchisce ai danni dei cittadini e a spese degli Stati. L’Italia deve assumere un ruolo più consapevole nelle sedi competenti per difendere la salute dei cittadini, le piccole e medie imprese agricole, la ricchezza culturale e le eccellenze alimentari, come pizza, pasta e pane, che già ora vengono inquinate dal grano canadese al glifosato. Il dossier dimostra come sia possibile un sistema di produzione e distribuzione del cibo sostenibile, equo e salutare contro un sistema industriale anti-ecologico, iniquo e tossico”.


Nel mirino anche le politiche di regolamentazione delle sostanze tossiche in agricoltura; per Marica Di Pierri, A Sud, “occorre cambiare radicalmente la maniera in cui produciamo il cibo. Un’agricoltura senza pesticidi è possibile ed è una questione di salute oltre che di tutela dell’ambiente in cui viviamo. C’è bisogno di rivedere le procedure autorizzative affinché siano trasparenti e non condizionate dallo strapotere delle multinazionali produttrici”.


Simona Savini, associazione WeMove e coordinatrice in Italia dell’ICE Stop Glifosato: “Attraverso l’Iniziativa dei Cittadini Europei per vietare il glifosato potremmo davvero gettare le basi per un’agricoltura libera dai pesticidi. Centinaia di associazioni sono impegnate in questa campagna e i soli in tre mesi abbiamo raccolto 800mila firme su (www.stopglyphosate.org/it). Dobbiamo arrivare al milione entro giugno, e anche in Italia possiamo fare la nostra parte.





fonte: https://ilsalvagente.it/2017/05/24/glifosato-le-nostre-analisi-confermano-il-rischio-14-donne-incinte-su-14-positive-allerbicida/


sabato 20 maggio 2017

300.000 fibre di amianto per litro d’acqua. Ne basta potenzialmente una soltanto per causare il cancro. Terra dei fuochi? No, peggio, è Alessandria!



300.000 fibre di amianto per litro d’acqua. Ne basta potenzialmente una soltanto per causare il cancro. Terra dei fuochi? No, peggio, è Alessandria!


.
.
SEGUITECI SULLA PAGINA FACEBOOK Curiosity
.
.

300.000 fibre di amianto per litro d’acqua. Ne basta potenzialmente una soltanto per causare il cancro. Terra dei fuochi? No, peggio, è Alessandria!


Da Alessandria News

Terra dei fuochi? No, Alessandria

Individuate nell’acqua di falda dalle analisi Arpa oltre 300 mila fibre di amianto per litro, ma negli ambienti di vita dell’uomo il limite dovrebbe essere 2. Ennesimo allarme lanciato dal Movimento 5 Stelle che si rivolge al sindaco perché intervenga a tutela della salute pubblica: “a pochissima distanza c’è la falda del nostro acquedotto”
“Quante fibre di amianto siete disposti a tollerare intorno a voi?” E’ da questa domanda che parte la segnalazione del Movimento 5 Stelle cittadino, che ha convocato una conferenza stampa giovedì 10 marzo per denunciare “una situazione gravissima i cui principali responsabili sono da ricercarsi nell’attuale Amministrazione Comunale e nell’attuale Sindaco Rita Rossa, situazione per la quale è già stata depositata un’interpellanza in Consiglio Comunale”.Nelle recenti analisi commissionate ad Arpa Piemonte sulla cava alessandrina del Cristo Clara e Buona richieste dopo i fatti alluvionali dello scorso novembre, sono infatti emersi “dati sconcertanti in merito ad una contaminazione ambientale del sito che avrebbe dovuto imporre al Sindaco analisi più approfondite ed il fermo prolungato dei conferimenti, oltre che una pretesa di bonifica dei luoghi prima di autorizzare i conferimenti. Sono stati rilevati infatti nei campioni d’acqua di falda prelevati nei pozzi piezometrici intorno alla cava valori di concentrazione di fibre d’amianto fino a 305.000 fibre/litro. Ora se è vero che non esiste normativa specifica sulla concentrazione di fibre di amianto nell’acqua, qualcuno dovrà spiegarci per quale motivo si sono rilevate concentrazioni così alte di questa fibra killer nei pozzi dopo che sono stati riempiti dalla piena con il materiale proveniente dal Terzo Valicoche era già stato conferito nei mesi precedenti”.
Mentre nelle terre di scavo e all’interno della cava non sono stati rilevati quantitativi d’amianto preoccupanti, il discorso cambia per le acque circostanti, probabilmente già inquinate prima dei conferimenti.
“Come mai si è deciso di continuare con i conferimenti quando il semplice principio di precauzione imporrebbe di avviare una serie di approfondimenti per stabilire le cause e la provenienza di tali rinvenimenti?” – domandano i 5 Stelle.
“Vorremmo inoltre conoscere i motivi per i quali non sono state sollevate queste legittime preoccupazioni da chi è preposto alla tutela della salute pubblica in qualità di Primo Cittadino: Rita Rossa. Siamo sempre più convinti che su temi come la salute e la tutela dell’ambiente Alessandria non possa più lasciare le decisioni a chi si è rivelato inadeguato e sempre dalla parte sbagliata quando si trattava di prendere decisioni o di rilasciare Autorizzazioni”.
I pentastellati sottolineano poi come “Sono stati rilevati nei campioni di terreno concentrazioni di Cromo e Nichel con valori di molto superiori ai massimi stabiliti dalla normativa. Ci attendiamo veloci e forti azioni per limitare i danni ed evitare che si continui a mettere in pericolo la popolazione a partire dal blocco immediato dei conferimenti.
Lo chiediamo prima di tutto da cittadini che in Alessandria ci vivono insieme alle proprie famiglie e in secondo luogo come movimento politico che su questi temi si è sempre speso per denunciare i pericoli e
scongiurare una situazione che purtroppo, sembra si stia palesando peggiore di quanto temessimo”.